Si è tenuta martedì 17 presso la sala Commissione del XIV Municipio, in via Mattia Battistini 464, la prima seduta della Commissione d’inchiesta sul crollo di via Livio Andronico dello scorso 14 febbraio. La commissione era presieduta dalla capogruppo del Movimento 5 Stelle Francesca Giaracuni, ed erano presenti il presidente del Municipio Alfredo Campagna, l’Assessore ai Lavori Pubblici Michele Menna, il direttore del Municipio Antonio Fernando Di Lorenzo, il direttore del Dipartimento PAU Cinzia Esposito e il Comandante della Polizia Municipale U.O. Gruppo Monte Mario Giuseppe Bracci, oltre a tre consiglieri del Movimento 5 Stelle, ai consiglieri Julian Gareth Colabello del Pd e Mauro Ferri di Fratelli d’Italia e ad alcuni residenti degli edifici che erano stati evacuati o di altri palazzi tra Largo Lucio Apuleio e via Apuleio. Il presidente Campagna ha spiegato che, essendoci l’indagine della Procura in corso, al momento non si possono dare molte informazioni.
L’assessore Menna ha voluto tranquillizzare la cittadinanza sul fatto che il quartiere non è a rischio di altri crolli, spiegando che il suolo della Balduina è argilloso, e per questo, quando si scava un cantiere, esso tende a riempirsi d’acqua. Si è detto inoltre che adesso il cantiere è attentamente monitorato dai tecnici della Procura, e che la parte “fronte frana” è sotto sequestro, per cui qui verranno effettuati solo i lavori di consolidamento della strada, propedeutici alle indagini e al successivo rifacimento della stessa (di cui, però, non si conoscono i tempi), mentre l’altra parte è stata “dissequestrata” il 2 marzo. Dall’Ufficio Tecnico hanno fatto sapere invece che le segnalazioni riguardanti le perdite d’acqua e i lievi cedimenti della strada che vi erano state l’8 febbraio erano giunte a loro solo la mattina del 14 febbraio, poche ore prima del crollo, mentre, dopo il crollo, la ditta costruttrice avrebbe fatto una richiesta di variante che, però, non sarebbe stata autorizzata, anche se non è stato detto tale variante su cosa vertesse.
La Commissione intende ora chiedere l’accesso agli atti per appurare quanto richiesto dalla ditta. Riguardo al fatto che il marciapiede di via Andronico, alcuni giorni prima del crollo, fosse stato transennato e “ricompreso” nell’area del cantiere, è stato invece spiegato che erano stati i vigili del fuoco, a causa dei piccoli cedimenti che si erano verificati, che avevano ritenuto necessario che venisse concessa tale occupazione di suolo pubblico. Dal dipartimento PAU (Programmazione e Attuazione Urbanistica) hanno invece spiegato che i permessi per costruire rispettavano tutte le leggi regionali e comunali, che i tre palazzi che si vorrebbero costruire sarebbero uno di cinque piani e due di sei, ma nei due palazzi più alti un piano, a destinazione commerciale, sarebbe in parte interrato, e comunque il “carico urbanistico” dei tre edifici sarebbe complessivamente minore di quello dell’istituto scolastico che sorgeva lì prima.
Dopo gli esponenti politici e i rappresentanti dei vari uffici, sono intervenuti i cittadini, che hanno ricordato i lavori di demolizione dell’ex scuola e lo “scavo” che poi è stato realizzato, con tutti i disagi da loro subiti fin dall’inizio, ribadendo che erano state fatte moltissime segnalazioni alla Polizia Municipale e ai Vigili del Fuoco, hanno spiegato come, con questo cantiere, il quartiere sia stato “violato“, anzi “violentato“, e hanno espresso le loro preoccupazioni, sia per la stabilità di tutti gli edifici vicini alla voragine, sia riguardo alla ripresa dei lavori, così come riguardo al fatto che, dopo il crollo, in alcuni palazzi l’acqua appare di colore più scuro. La prossima seduta della Commissione d’inchiesta si svolgerà martedì prossimo, 24 aprile, alle 16, quando saranno convocati il Dipartimento Mobilità e l’Ama, mentre l’8 maggio saranno convocati il Dipartimento Simu e l’EX Genio Civile e il 15 maggio le società di servizi.