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Decreto Salvini, il governo mostra la faccia feroce con gli ultimi

Il decreto su sicurezza e immigrazione approvato dal Consiglio dei ministri lunedì va ad introdurre norme assai severe su queste materie, e a farne le spese saranno soprattutto i migranti, ma anche gli italiani, se ad esempio si sono trovati ad occupare un immobile.

Decreto Salvini, il governo mostra la faccia feroce con gli ultimi 27 Settembre 2018Lascia un commento

Sono nato nel 1982 a Roma, e sono sempre vissuto, e vivo tuttora, nel quartiere Balduina, a cui sono molto affezionato e che considero uno dei migliori della città, ma di cui, al tempo stesso, conosco pure i difetti e gli aspetti che andrebbero migliorati.

E’ stato approvato lunedì all’unanimità dal Consiglio dei ministri, e dovrà passare ora al vaglio del Quirinale prima di essere convertito dalle Camere, il decreto Salvini su sicurezza e immigrazione, che prende il nome dal suo promotore, il ministro dell’Interno e leader leghista, che, dopo aver spesso fomentato la paura di una fantomatica “invasione” di migranti, va ora ad introdurre norme molto più rigide in queste materie, che potrebbero ledere il rispetto dei diritti umani e porsi in contrasto con la nostra Costituzione. Già il fatto di far convergere in unico decreto i due relativi, rispettivamente, all’immigrazione e alla sicurezza, del resto, così come il fatto stesso di utilizzare lo strumento del decreto, che andrebbe adottato solo in caso d’urgenza, la dice lunga sulla visione che questo governo ha dell’immigrazione, cioè come di un’emergenza che minaccia l’ordine pubblico. Il punto forse più allarmante riguarda l‘abolizione della concessione dei permessi di soggiorno per motivi umanitari: questi potranno invece essere rilasciati, per la durata di anno, per le vittime di grave sfruttamento lavorativo, le vittime della tratta, le vittime di violenza domestica, a chi proviene da un Paese dove vi è una grave calamità naturale, a chi necessita di cure mediche o a chi ha compiuto atti di particolare valore civile. In tal modo, paradossalmente, se non verranno rinnovati i permessi di soggiorno umanitari concessi nel 2016 e nel 2017, oltre trentamila persone diverrebbero di fatto clandestini.

Un altro aspetto preoccupante è il raddoppio da tre a sei mesi dei tempi di permanenza nei centri per il rimpatrio, che sono in pratica delle strutture detentive dove però si trovano individui che hanno violato una semplice disposizione amministrativa, non avendo un regolare permesso di soggiorno. I richiedenti asilo potranno inoltre essere trattenuti fino a trenta giorni (contro i tre attuali) nei cosiddetti “hotspot” per accertarne l’identità. Particolarmente sbagliata sembra essere anche la cancellazione, o comunque il forte ridimensionamento, degli Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo che gestisce forme di accoglienza di questi a livello locale, con il coinvolgimento di circa 1200 comuni in cui sono ospitate 35881 persone: essi potranno accogliere solo minori non accompagnati e quanti hanno già ottenuto la protezione internazionale , mentre i richiedenti asilo saranno ospitati solamente nei Cara o nei Cas. Negli Sprar, infatti, i migranti erano avviati a percorsi di autonomia, anche tramite tirocini e lavori socialmente utili, mentre i centri di grandi dimensioni favoriscono di meno l’integrazione, e, essendo spesso strutture private finanziate con denaro pubblico, possono essere più soggetti a fenomeni corruttivi.

I richiedenti asilo non si potranno inoltre iscrivere all’anagrafe e non potranno perciò accedere alla residenza, mentre si allungano, da due a quattro anni, i tempi per ottenere la cittadinanza, e la domanda per averla potrà essere rigettata anche se è stata presentata da chi ha sposato un cittadino o una cittadina italiana. Aumentano poi i reati che comportano la revoca dello status di rifugiato o la protezione internazionale, mentre è prevista la sospensione della domanda di asilo in caso di una non meglio precisata “pericolosità sociale” o di una condanna in primo grado, mentre, per condanne definitive riguardanti fatti di terrorismo, scatta addirittura la revoca della cittadinanza, uno dei punti che però è più a rischio costituzionalità, in quanto si verrebbero come a creare due categorie di cittadini. E’ prevista inoltre l’esclusione dal gratuito patrocinio qualora un migrante faccia ricorso contro il mancato rilascio del permesso di soggiorno e il tribunale lo dichiari inammissibile.

Anche la parte del decreto relativa alla sicurezza contiene misure fortemente repressive, come l’estensione delle possibilità di applicazione del “Daspo urbano“, già introdotto, peraltro, dal precedente governo di centrosinistra, con i “decreti Minniti-Orlando”, e che prevede che un sindaco, in collaborazione con il prefetto, può multare e imporre un divieto di accesso ad alcune aree della città per chi “ponga in essere condotte che limitano la libera accessibilità e fruizione” di infrastrutture di trasporto, quindi anche senza fissa dimora o mendicanti. Altre disposizioni che rivelano il vero volto di questo governo, feroce con gli ultimi, con i poveri, stranieri e italiani, sono quelle che inaspriscono le pene per i promotori e gli organizzatori di occupazioni di immobili, per le quali viene definita l’attuazione di un Piano nazionale sgomberi. Sono previste invece sanzioni penali, e non più amministrative, per quanti ostacolano con deposito di oggetti la libera circolazione su una strada, ad esempio ponendovi dei cassonetti durante le manifestazioni, un reato che sarà punito addirittura con la reclusione da uno a sei anni.

Infine, sarà consentito anche alle polizie municipali dei comuni con più di centomila abitanti di sperimentare l’uso dei taser, ossia di armi ad impulsi elettrici. Dalla Commissione Europea hanno già fatto sapere che esamineranno il decreto appena sarà legge, anche se, secondo alcune fonti interne, non sarebbero del tutto contrari. Bisognerà ora vedere se il presidente della Repubblica Sergio Mattarella firmerà il decreto, contro cui poi potrebbero esserci anche ricorsi alla Corte Costituzionale. Salvini, riguardo a quest’eventualità, ha addirittura ripreso un vecchio slogan fascista, dicendo: “Ci saranno ricorsi e controricorsi, ma io me ne frego...” L’esecutivo, insomma, a meno di quattro mesi dal suo insediamento, mostra sempre più il suo carattere di destra e reazionario, e dimostra di essere ormai dominato dalla Lega, che pure aveva conseguito un risultato elettorale meno brillante del suo alleato, il Movimento 5 Stelle, ma, secondo i sondaggi, sarebbe ora il primo partito, con oltre il trenta per cento dei consensi. Del resto, è probabilmente più facile, per Salvini, mostrarsi coerente con il suo programma, varando norme rigidissime sull’immigrazione, di quanto non lo sia per i grillini fare ciò con una delle loro battaglie, quella sul reddito di cittadinanza, per il quale devono fare i conti con la scarsità di risorse economiche.

Il leader leghista, però, sta attuando una strategia pericolosa, soffiando sulle paure della gente, alimentando la guerra tra i “penultimi” e gli “ultimi”, ossia gli stranieri, e facendo così aumentare la xenofobia, ma finendo anche per prendersela con gli stessi italiani, se sono poveri e, magari, sono finiti in mezzo ad una strada e hanno dovuto occupare una casa. Si tratta di una strategia adoperata molte volte nella storia, e che, se da una parte ha portato un grande consenso al leader di turno, dall’altra, purtroppo, ha anche portato all’instaurazione dei peggiori regimi. Il principale alleato di governo, il Movimento 5 Stelle, dovrebbe cercare di frenare questa rincorsa a destra, ma finora si è lasciato trascinare in tale direzione, se si considera, del resto, che questo decreto è stato approvato all’unanimità. Lo stesso premier Conte, lasciando carta bianca a Salvini sulla questione dell’immigrazione, ha però consentito l’approvazione di un decreto che restringe i diritti ed è a rischio costituzionalità, il che, essendo lui un giurista, è abbastanza paradossale, come è singolare che uno che si proclami fervente cattolico, poi, lasci passare norme tendenti a penalizzare gli ultimi e che, difatti, hanno suscitato molte perplessità all’interno della Chiesa.

Sono nato nel 1982 a Roma, e sono sempre vissuto, e vivo tuttora, nel quartiere Balduina, a cui sono molto affezionato e che considero uno dei migliori della città, ma di cui, al tempo stesso, conosco pure i difetti e gli aspetti che andrebbero migliorati.

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