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Donne e impresa, un binomio possibile?

Ad oggi, le donne si sono emancipate in tutti i campi, anche se non sempre è facile, per loro, conciliare un'attività imprenditoriale con la vita familiare: ne ho parlato con Valentina Melini, 41 anni, imprenditrice e mamma di due figli.

Donne e impresa, un binomio possibile? 25 Marzo 2019Lascia un commento

Sono nato nel 1982 a Roma, e sono sempre vissuto, e vivo tuttora, nel quartiere Balduina, a cui sono molto affezionato e che considero uno dei migliori della città, ma di cui, al tempo stesso, conosco pure i difetti e gli aspetti che andrebbero migliorati.

Al giorno d’oggi, le donne si sono emancipate in tutti i campi, nei quali hanno mostrato il loro talento, affermandosi quanto gli uomini, tuttavia, talvolta, esse possono incontrare difficoltà maggiori rispetto a questi, sia nel venire realmente valorizzate in campo lavorativo, sia nel riuscire a conciliare gli impegni lavorativi con quelli familiari, specie se si vuole avviare un’attività imprenditoriale. Per conoscere meglio tali problematiche, ne ho parlato con Valentina Melini, 41 anni, due figli e un’attività in proprio (la Valentina Melini Events) con cui pianifica, coordina e organizza eventi, anche per le aziende. Valentina, in realtà, ha deciso di mettersi in proprio da non molto, dopo aver svolto per circa sedici anni lavori simili per varie aziende, anche nel campo dell’editoria, della moda e nella gestione di una rinomata location a nord di Roma.

Intraprendere un’attività autonoma, per lei, non è stata una scelta semplice, a quarant’anni e con una famiglia avviata, bensì una scelta ponderata, che, ha spiegato, ha potuto compiere grazie al fatto che è una persona piena di iniziative. Secondo lei, è tuttavia meglio riuscire a mettersi in proprio, pur non essendo qualcosa alla portata di tutti, perché occorre essere determinati, riuscire a guardarsi intorno con ottimismo e capire le possibilità che vi sono, ed è importante anche essere appassionati del proprio lavoro, perché con la passione dietro, ha spiegato ancora, si lavora meno e si rende di più. Del resto, però, con un lavoro dipendente, una donna rischia di venire penalizzata qualora voglia metter su famiglia, o comunque i datori di lavoro, molte volte, non vedono di buon occhio qualsiasi cambiamento nel proprio “status” familiare.

Spesso, infatti, come nel caso di Valentina, che ha due figli, le donne devono conciliare l’impegno lavorativo con quello in ambito familiare, e per fare meglio ciò, ha spiegato, occorre che vi sia collaborazione anche qui, da parte del partner, con il quale è quindi necessario darsi una mano a vicenda ed instaurare una sorta di lavoro di team“, a meno di non voler affidare i propri figli ad una babysitter, che però può costare anche molto. Valentina ha raccontato, comunque, che nella sua esperienza lavorativa ha avuto pochi colleghi maschi, che però sono stati molto disponibili, e di essersi trovata meglio con datori di lavoro uomini, perché, secondo lei, “sono più capaci di essere leader“, mentre “le donne sono più capaci di essere capi e meno di essere leader“.

Anche per Valentina, però, c’è ancora molto da fare affinché le donne possano dire di aver raggiunto un’effettiva parità rispetto agli uomini in campo lavorativo, dove anche loro si possano pienamente affermare senza ulteriori difficoltà, sebbene vi siano molte donne in gamba, e lei stessa sia in contatto con alcuni gruppi di imprenditrici. Quali potrebbero essere, allora, gli interventi e le misure di carattere politico da mettere in atto affinché le donne si possano effettivamente realizzare in tutti i campi e per incentivare, in particolare, l’imprenditoria femminile? Secondo Valentina, occorrerebbe che vengano stanziati maggiori fondi per l’imprenditoria e per le start-up, e dovrebbe essere anche più chiaro come accedere a tali fondi e se conviene intraprendere un’attività imprenditoriale, poiché fare ciò, all’inizio, può costare molti soldi, anche migliaia di euro, perlomeno nel settore delle pubbliche relazioni, dove è necessario per prima cosa strutturarsi l’immagine e farsi conoscere.

Sono nato nel 1982 a Roma, e sono sempre vissuto, e vivo tuttora, nel quartiere Balduina, a cui sono molto affezionato e che considero uno dei migliori della città, ma di cui, al tempo stesso, conosco pure i difetti e gli aspetti che andrebbero migliorati.

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