Sono iniziati in questi giorni dei lavori presso l’ex clinica San Giorgio, a viale Medaglie d’Oro 142, che, molto probabilmente, preludono alla sua demolizione e alla successiva costruzione di un edificio di tipo residenziale, come era stato annunciato a fine maggio, durante una commissione Trasparenza, e che poi, però, ancora non erano partiti. Finora non è stato esposto un cartello che annunci la tipologia e la durata dei lavori, tuttavia tutto quel lato del marciapiede è recintato, vi è un furgone con degli operai ed è stato istituito, là davanti, un divieto di sosta dal 30 settembre al 26 ottobre.
Avevamo visto che i lavori, in base al permesso di costruzione, dovranno iniziare, pena decadenza dello stesso, entro un anno dalla sua concessione, ossia entro il 28 marzo 2020, e non potranno durare più di tre anni. La struttura era stata fino al 2007 un centro oncologico d’eccellenza, poi, con il fallimento della società proprietaria, la Selene Srl, e la cessazione dell’attività della clinica, era iniziata ad andare sempre più in rovina e ad apparire sempre più fatiscente, con i vetri della maggior parte delle finestre rotti, calcinacci ovunque e persino alcuni murales sulla facciata, tra un piano e l’altro, e talvolta vi si rifugiava qualche senza fissa dimora.
Nel 2013 il Comune ha ordinato alla proprietà di provvedere alla messa in sicurezza dell’edificio, alla muratura di porte e finestre e alla rimozione dell’amianto, ma questi impegni sono stati poi disattesi. Circa due anni fa, alcune maestre del centro educativo Maria Montessori, che sorge a pochi metri da lì, su viale Tito Livio, avevano fatto effettuare ad una ditta specializzata dei campionamenti dell’aria che, assieme ai riscontri della polizia locale, avevano portato ad escludere il rischio di esposizione all’amianto, temuto per la presenza di alcune lastre di eternit che si starebbero deteriorando.
Nello stesso periodo, invece, il Municipio aveva fatto allontanare dallo stabile gli occupanti abusivi e aveva ordinato alla proprietà la bonifica completa e la messa in sicurezza dello stesso. Certamente è positivo che venga demolito un edificio ormai totalmente fatiscente e degradato, tuttavia non sarebbe stato male se, invece di palazzine residenziali, si fosse realizzato qualcosa di utile al quartiere e alla collettività, e comunque si spera che ciò che verrà poi costruito risulti in armonia con gli edifici circostanti, e, soprattutto, che i lavori vengano eseguiti con criterio e non rechino particolari disagi al quartiere, a differenza di quanto è purtroppo avvenuto con il cantiere di via Lattanzio.