Sarà dunque il presidente del Senato Pietro Grasso il leader di “Liberi e uguali”, la nuova coalizione di sinistra che raggruppa Articolo 1-Mdp, Sinistra Italiana e Possibile. Grasso è stato incoronato leader della nuova formazione sin dall’assemblea che ne ha sancito la nascita, lo scorso 3 dicembre, e la domenica successiva egli, ospite alla trasmissione televisiva “Che tempo che fa”, ne ha presentato il simbolo e ha anche replicato al segretario del Pd Matteo Renzi, che aveva sostenuto che nella nuova formazione avrebbe finito per comandare D’Alema, dicendo: “E‘ una vita che ho posizioni di guida, ho guidato magistrati, processi, credo che posso guidare una formazione politica. Sono abituato a discutere e poi prendere decisioni. Se ne accorgeranno tutti”. Grasso ha inoltre spiegato che lui pensa “a una ricostruzione della sinistra e quindi del Paese“. Spetterà quindi al presidente del Senato il certo non facile compito di guidare una nuova formazione di sinistra, costituitasi con l’unione di tre piccoli partiti, che però, secondo i sondaggi, potrebbe ottenere un discreto risultato elettorale (più del 7%), superiore anche alla somma dei consensi per i rispettivi partiti.
Renzi, probabilmente, ha intuito che tale formazione potrebbe sottrarre consensi al suo Pd, che in effetti è solamente al 23%, per questo non ha esitato a polemizzare fin da subito con i suoi esponenti e il suo leader, anche rispolverando il suo vecchio astio per D’Alema e, appunto, il vecchio “clichè” secondo il quale sarebbe sempre quest’ultimo, alla fine, a comandare e a “tramare nell’ombra”. Ho già scritto come il Pd sia ormai diventato, per molti versi, un partito di centro, anzi quasi tendente a destra, per cui il fatto che vi sia una nuova coalizione alla sua sinistra è positivo, e, appunto, essa può puntare ad una fetta di elettorato anche abbastanza ampia, che non comprende solo gli elettori di Mdp, Sinistra Italiana e Possibile, ma magari, appunto, anche un pò di “delusi” dal Pd e di gente che, altrimenti, si sarebbe astenuta. E’ anche vero, tuttavia, che l’Italia è un paese tendenzialmente più di destra, dove quindi un partito propriamente di sinistra difficilmente riesce ad ottenere un consenso particolarmente vasto, e la storia della sinistra italiana è stata spesso una storia di scissioni in partiti più piccoli.
La nascita di questa nuova formazione, in questo caso, va un pò in “controtendenza”, ma anch’essa è avvenuta dopo altre scissioni, quella di alcuni parlamentari del Pd che hanno lasciato tale partito per fondare Articolo1-Mdp e quella di alcuni esponenti di Sel che, invece di approdare in Sinistra Italiana, sono confluiti, appunto, in Mdp. Nel frattempo, vi è stato il tentativo di Giuliano Pisapia, leader di Campo Progressista, di costruire un centrosinistra “largo”, che comprendesse tanto il Pd quanto i partiti alla sua sinistra, tentativo che però alla fine è naufragato, prima per una certa incomunicabilità fra queste “due anime” della sinistra, e poi per la mancata approvazione della legge sullo “Ius soli”. E’ chiaro, invece, come non sia possibile costruire alleanze fra partiti che, ormai, hanno posizioni divergenti sulla maggior parte dei temi, mentre un movimento nuovo, prima di pensare a formule quasi geometriche da seguire alleandosi con questo o quell’altro partito, deve avere ben chiari le idee e i valori su cui si fonda, e le persone, in carne ed ossa, che intende rappresentare.
La scelta di avere Grasso come leader, in parte, stupisce anche, perché è vero che si tratta di una personalità di rilievo e di prestigio, ma non si era mai particolarmente distinto per prese di posizione “di sinistra”, ed anzi, nel 2012, quando era procuratore nazionale antimafia, aveva anche elogiato il governo Berlusconi per la lotta alla mafia. Si spera, comunque, che egli riesca nel difficile compito di guidare una coalizione di sinistra, che questa possa effettivamente incarnare certi valori, come, appunto, la libertà e l’uguaglianza, che, in nome di tali ideali, riesca a dare finalmente rappresentanza anche ai ceti più svantaggiati, andando ad incidere positivamente nella vita politica italiana per essi, e che tale coalizione, magari, non si limiti ad essere il solito cartello elettorale che poi si “sfascia” dopo le elezioni, ma possa poi tramutarsi in un partito vero e proprio che voglia rappresentare tali istanze.