E’ stato inaugurato ufficialmente venerdì 20 il centro commerciale Aura, a Valle Aurelia (in via di Valle Aurelia 30), dopo che, già giovedì, si era svolta una sorta di pre-inaugurazione, con la conferenza stampa di presentazione e, in serata, con lo spettacolo con acrobati, equilibristi e giochi di luce, replicato ieri sera. Si tratta di un importante polo commerciale sorto a poche centinaia di metri in linea d’aria dal nostro quartiere, praticamente ai piedi della collina di Monte Ciocci, a un chilometro dal Vaticano e con accesso diretto alla fermata di Valle Aurelia della linea A della metropolitana. Il centro si estende su quattro piani, per una superficie complessiva di circa 20 mila metri quadri, a cui si aggiungono altri 20 mila metri quadri di parcheggio interrato su due piani, con una capienza complessiva di oltre 600 posti.
Nel centro si trovano ben 58 negozi, un Pam Supestore, una palestra Virgin Active, un Mondadori Bookstore e una terrazza panoramica con 16 ristoranti e bar, tra cui Mc Donald’s, KFC e Old Wild West. Alla realizzazione di “Aura” hanno contribuito la bresciana Cds Holding, il gruppo PamPanorama e il gruppo Orion Capital. Il centro commerciale si inserisce in un progetto di recupero della zona, in particolare con la ristrutturazione destinata ad attività culturali dell’antica fornace Veschi, situata proprio accanto ad esso, una delle due rimaste in piedi dell’antico borgo delle fornaci che sorgeva li a Valle Aurelia. E’ stata inoltre creata una piazza attrezzata di forma concava, su più livelli, su cui si affacciano la chiesa di San Giuseppe Cottolengo e la palestra Virgin, e che farà da “porta urbana di accesso” al parco di Monte Ciocci e al parco del Pineto.
Riguardo al traffico, una piccola bretella che conduce al centro lo dovrebbe far defluire più rapidamente. Il centro aveva infatti diviso i residenti della zona, fra quanti pensavano che potesse essere una buona occasione per il rilancio della stessa e guardavano anche alle centinaia di nuovi posti di lavoro creati, e quanti, invece, temevano le ripercussioni sul traffico e sui piccoli commercianti del quartiere, che potrebbero essere danneggiati da ulteriore concorrenza, o che potesse togliere spazio alla vicina parrocchia, o che comunque modificasse troppo la fisionomia della zona, legata alla storia delle vecchie “fornaci”, e si trattasse più che altro di un progetto di speculazione edilizia.