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L’Italia al voto: che cosa propongono i vari partiti?

Oggi si va alle urne: cerchiamo di capire meglio le risposte che i principali partiti offrono sulle questioni che più interessano gli elettori.

L’Italia al voto: che cosa propongono i vari partiti? 25 Settembre 2022Lascia un commento

Sono nato nel 1982 a Roma, e sono sempre vissuto, e vivo tuttora, nel quartiere Balduina, a cui sono molto affezionato e che considero uno dei migliori della città, ma di cui, al tempo stesso, conosco pure i difetti e gli aspetti che andrebbero migliorati.

Si sta andando, dunque, alle urne oggi, domenica 25 settembre, dopo che, a luglio, il presidente del Consiglio Mario Draghi si è dimesso, visto che il suo governo non poteva più contare sul sostegno di Movimento 5 Stelle, Lega e Fratelli d’Italia. Ma come andrà al voto il nostro Paese, con quali problematiche da affrontare e che potranno condizionare l’orientamento degli elettori, e quali risposte a tali problemi offrono i vari partiti e schieramenti? Va detto, innanzitutto, che solo da alcuni mesi si sta, finalmente, uscendo dal lungo periodo dominato dalla pandemia da Coronavirus, con tutti i provvedimenti adottati per cercare di contrastarla, che hanno avuto anche delle conseguenze dal punto di vista economico, talora particolarmente negative per alcuni settori. Proprio quando la pandemia sembrava, ormai, essere quasi superata, però, è iniziato il conflitto in Ucraina, con tutte le sue conseguenze a livello internazionale, a livello di vittime e danni in quella nazione, ma anche a livello di aumenti sempre più consistenti, per i cittadini di molti paesi europei, del prezzo del gas e dell’energia, che, in parte, veniva esportato dalla Russia.

Gli italiani, probabilmente, quando si recheranno alle urne, terranno conto anche di questo contesto, per nulla confortante, in cui ci troviamo e delle possibili ripercussioni sulla loro vita quotidiana. Il partito che, secondo i sondaggi, potrebbe ottenere più voti (circa il 25%) è Fratelli d’Italia, guidato da Giorgia Meloni: si tratta di un partito spiccatamente di destra, derivante dal vecchio Movimento Sociale Italiano (di cui conserva la “fiamma” nel simbolo) e che era rimasto all’opposizione del governo Draghi, il cui programma, quindi, prevede, tra l’altro, l’abolizione del reddito di cittadinanza, in favore però di un “nuovo strumento che tuteli i soggetti privi di reddito”, l’estensione della flat tax per le partite IVA fino a 100mila euro di fatturato e la riforma dell’Irpef con “progressiva introduzione del quoziente familiare”. È previsto anche, per quanto riguarda la sicurezza e l’immigrazione, il controllo delle frontiere e il blocco degli sbarchi, con il cosiddetto “blocco navale”, che però appare come una soluzione estrema e, anche, poco praticabile.

Nella coalizione di centrodestra, alleata di FdI, troviamo poi la Lega di Matteo Salvini, che però, secondo i sondaggi, godrebbe ora di meno consensi rispetto alle scorse elezioni politiche, e si potrebbe attestare intorno al 12%, ottenendo quindi neanche la metà dei voti del partito di Giorgia Meloni. Quanto al programma, esso è, in parte, simile a quello di quest’ultima formazione, con la “flat tax”, la cancellazione della riforma Fornero, assegnando invece la pensione a quanti abbiano compiuto 63 anni e versato 20 anni di contributi, e soprattutto, chiaramente, la lotta all’immigrazione clandestina, confermando il Memorandum con la Libia (per quanto avessimo visto che, con esso, i migranti vengono spediti nei lager libici) e con il “pattugliamento congiunto nelle acque territoriali in Libia e Tunisia”. Il leader leghista Matteo Salvini, del resto, era stato ministro dell’Interno durante il primo governo Conte, e, in quella veste, faceva di tutto per non far arrivare migranti in Italia via nave, anche tenendoli svariate settimane al largo, nelle peggiori condizioni, prima di concedere un porto alle navi che li avevano recuperati in mare. Lo stesso Salvini, pochi giorni fa, ha dichiarato in proposito: Non vedo l’ora di tornare farlo!” 

Vi è poi Forza Italia, il partito dell’ex premier Silvio Berlusconi, che però ha perso anche una buona parte del consenso che aveva, e, adesso, potrebbe contare solamente sull’8% circa dei voti. Nel programma troviamo una flat tax in tre fasi, il taglio del cuneo fiscale e alcuni punti “classici” di questo partito, come l’aumento delle pensioni minime e di invalidità a mille euro al mese per 13 mensilità, il ponte sullo stretto di Messina e un programma di “odontoiatria sociale” per gli anziani che non possono permetterselo. Berlusconi, che, nonostante l’età avanzata e le numerosissime vicende giudiziarie, compresa una condanna definitiva per frode fiscale, ancora si presenta alle elezioni con il suo partito, ha inoltre suscitato molte polemiche, proprio due giorni prima del voto, per una sua dichiarazione sulla guerra in Ucraina, secondo cui il presidente russo Vladimir Putin, con cui, a suo tempo, era in ottimi rapporti, avrebbe attaccato questa nazione perché “voleva sostituire Zelensky con un governo di persone perbene”. Il Cavaliere ha poi precisato: “Noi con l’Ue e la Nato”. La coalizione di centrodestra comprende anche una serie di partiti di centro, riuniti sotto il simbolo di “Noi Moderati”, e tutti i partiti della coalizione avevano sottoscritto un programma comune.

Vi è poi il Movimento 5 Stelle, che, di per sé, sostiene di non essere “né di destra, né di sinistra”, e che è stato al governo prima con la Lega (nel governo Conte I), poi con il PD (nel governo Conte II), poi con un raggruppamento di quasi tutti i partiti, nel governo Draghi, e che oggi, però, sotto la guida dell’ex premier Conte, si sta orientando ancora di più sulla difesa dei ceti popolari, quindi, potremmo dire, verso sinistra, rivendicando, e, anzi, volendo estendere il reddito di cittadinanza o parlando del salario minimo e di riforme sui diritti civili. A giugno aveva perso uno dei suoi esponenti storici, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che ha poi fondato un suo partito. Secondo gli ultimi sondaggi, potrebbe ottenere il 14/15% dei voti, ma viene dato, comunque, in crescita, soprattutto al Sud, tant’e’ che vi è persino chi ipotizza che possa superare il PD e accreditarsi come secondo partito. Sul fronte del centrosinistra, invece, il PD di Enrico Letta ha rinunciato a creare un “campo largo” con il M5S, accusandolo di aver fatto cadere il governo Draghi, e ha, invece, messo su una coalizione assieme a PiùEuropa di Emma Bonino, Impegno Civico di Di Maio e Alleanza Verdi/Sinistra di Bonelli e Fratoianni, ma si è chiarito subito che con quest’ultimo partito, che era rimasto all’opposizione del governo Draghi e che, su vari temi, ha opinioni divergenti, vi era semplicemente un “accordo tecnico”, mirante a fermare la destra, e non un vero e proprio accordo di governo. Nel programma di Alleanza Verdi/Sinistra troviamo una legge sul clima entro i primi 100 giorni, no al nucleare, salario minimo a 10 euro l’ora, una legge sul fine vita, una legge per la coltivazione della cannabis ad uso personale e una nuova legge sulla cittadinanza, che parta da “ius soli” e “ius scholae”.

La coalizione di centrosinistra, inizialmente, avrebbe dovuto comprendere anche Azione di Carlo Calenda, ma, dopo che, il 6 agosto, il PD ha sottoscritto l’accordo con Alleanza Verdi/Sinistra, il 7 Calenda ha annunciato di voler lasciare quest’alleanza, proprio per l’ingresso di Fratoianni e Bonelli. Quando, infatti, questi ultimi due hanno chiesto a Letta un supplemento di riflessione, visto l’ingresso di Calenda, quest’ultimo ha chiosato: “L’ agenda Draghi è il perno di quel patto e tale rimarrà”. Fratoianni, allora, aveva replicato: “L’agenda Draghi? Non esiste”. L’11 agosto, Calenda ha quindi sottoscritto un accordo con il leader di Italia Viva Matteo Renzi, andando così a costituire il “Terzo Polo”, avente al centro del programma “l’agenda e il metodo Draghi”, con la speranza che il premier uscente ritorni a palazzo Chigi, anche se questi ha declinato. Secondo i sondaggi, il Terzo Polo potrebbe guadagnare il 6/7% di consensi. Il PD, invece, viene dato al 20/21%, ma il segretario Letta, forse già consapevole che non sarà il primo partito, ha improntato la campagna elettorale più “sulla difensiva”, sul pericolo che la destra possa andare al governo, anziché rivendicare il programma, che però prevede il salario minimo, il ddl Zan e la legge sul fine vita. Stando ai sondaggi, del resto, la coalizione di centrodestra potrebbe contare su un vantaggio su quella di centrosinistra compreso tra gli 11 e i 17,4 punti percentuali.

Sono nato nel 1982 a Roma, e sono sempre vissuto, e vivo tuttora, nel quartiere Balduina, a cui sono molto affezionato e che considero uno dei migliori della città, ma di cui, al tempo stesso, conosco pure i difetti e gli aspetti che andrebbero migliorati.

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