Il Parco di Monte Ciocci, come abbiamo visto, è un’area verde assai preziosa per il nostro quartiere, ed anche per quello di Valle Aurelia, dato che si trova in mezzo fra i due, e da esso si può ammirare uno splendido panorama su buona parte della città, ma, purtroppo, esso appare spesso lasciato nell’incuria e nel degrado. Accanto all’area giochi dei bambini, infatti, vi è una piccola costruzione, che sarebbe forse dovuta essere un punto ristoro, ma che, invece, è diventata un completo letamaio. Già da fuori, essa appare imbrattata da ogni tipo di scritta e graffito, poi, avvicinandosi, si può avvertire un odore sempre più nauseante e si può notare come l’intonaco dei muretti si stia sbriciolando e pezzi di calcinacci giacciono quindi a terra assieme ad altri rifiuti.
Dentro, poi, oltre al tanfo, a vari calcinacci, a bottiglie di birra, a cocci delle stesse e ad altri rifiuti, si possono scorgere, in un angolo, anche due o tre siringhe, proprio vicino all’area giochi, a neanche dieci metri da un’altalena. E’ stato il consigliere regionale del Pd Eugenio Patané a segnalare per primo la questione, in un video pubblicato su Facebook il giorno di Pasquetta, 2 aprile, ma, dopo una decina di giorni, le siringhe non sono state ancora rimosse. Nel video il consigliere dem ha ricordato che, a gennaio, aveva fatto un‘interrogazione “per sollecitare il Comune di Roma a mettere in atto gli atti conseguenti alla realizzazione del casotto”, quindi “la presa in carico da parte del Comune e dunque gli atti successivi per la sistemazione ma anche per dargli una destinazione a servizi”, ma, dopo tre mesi, ancora non se ne è fatto nulla.
Anche nell’area giochi e nel resto del parco, comunque, la situazione non sembra essere delle migliori, visto che l’erba alta quasi un metro, le cartacce e la sporcizia la fanno praticamente da padroni. Ci si augura, quindi, che, dopo il ripristino dell’impianto di illuminazione effettuato a novembre, si intervenga nuovamente quanto prima, intanto per rimuovere le siringhe e pulire un minimo l’area del casotto, di modo da renderlo non più pericoloso per i bambini e i frequentatori del parco, poi, magari, per falciare l’erba e, infine, per far prendere la casupola in carico dal Comune, individuarne la destinazione d’uso e adeguarla ad essa, in modo che questa possa diventare una risorsa per il parco e quest’ultimo possa finalmente essere valorizzato al meglio.