Si è tenuta domenica 5 davanti alla stazione di Appiano l’assemblea generale del Comitato Crollo alla Balduina, per fare il punto sui lavori di ripristino di via Livio Andronico, la riattivazione della fognatura e della linea 990 dell’autobus, sui lavori del cantiere di via Lattanzio e sulle iniziative che il Comitato vuole intraprendere per nominare professionisti a tutela dei residenti della zona. E’ intervenuto per primo il direttore dei lavori della società Ecolattanzio, ingegner Gabriele, che ha spiegato che i lavori di sostegno della strada sono stati effettuati ed essa è ormai in sicurezza, per cui loro si erano detti disponibili a svolgere il collaudo parziale già a metà aprile, e che già avevano svolto dei monitoraggi anche sulla stabilità dei palazzi vicini, ma nessuno, poi, aveva chiesto loro i risultati di tali monitoraggi.
Su questo punto, il presidente del Comitato Crollo alla Balduina, avvocato De Caprariis, ha replicato dicendo che attende dei monitoraggi effettuati da soggetti terzi. Ha poi parlato il direttore dei lavori di Acea, che ha detto che sono stati realizzati gli allacci alle reti idrica e fognaria delle due palazzine ai civici 16 e 24 di via Andronico evacuate a suo tempo, ma l’azienda ha chiesto, per terminare i lavori, altri sessanta giorni da quando, tra qualche giorno, la via sarà nuovamente affidata ad essa. L’avvocato De Caprariis ha poi parlato della richiesta della Ecolattanzio di realizzare un altro piano su due degli edifici in costruzione, quello lungo via Lattanzio e quello dalla parte opposta della strada franata, che arriverebbero cosi ad avere sei piani (quello adiacente al tratto di strada crollata ne avrebbe invece cinque più uno interrato).
La Ecolattanzio aveva infatti chiesto a Roma Capitale il permesso di costruire l’ulteriore piano, e, visto il diniego del Comune, aveva presentato ricorso al TAR, che inizialmente aveva rigettato la richiesta della ditta, che ha quindi inoltrato un ricorso al Consiglio di Stato, il quale lo ha accolto, ritenendo necessario che il TAR fissi entro breve l’udienza di merito in cui discutere della validità del diniego di Roma Capitale alla costruzione dell’altro piano. Si è quindi parlato della presenza, che sarebbe ormai accertata, di una falda acquifera superficiale proprio nell’area del cantiere, che comunque non comporterebbe problemi strutturali alle palazzine in costruzione, anche se potrebbe dar luogo ad infiltrazioni, e soprattutto, essendosi costruito proprio su di essa, c’è il rischio che l’acqua, nel corso del tempo, tenda a defluire altrove, verso gli edifici vicini ma anche a centinaia di metri di distanza, per cui, secondo l’avvocato De Caprariis, occorrerà effettuare dei monitoraggi in tutta la zona anche fra dieci o quindici anni.
Quanto alla riattivazione della linea 990 dell’autobus, si attende ormai che essa avvenga con la riapertura definitiva di via Andronico, in quanto sembra poco probabile che vengano effettuati percorsi alternativi, dato che le prove di quelli che si erano individuati a suo tempo avevano dato esito negativo. Il presidente del Comitato ha poi detto che si stanno raccogliendo fondi per nominare periti indipendenti. Intanto, a quindici mesi dal crollo, la strada, come detto, ancora non è stata riaperta, mentre i lavori nel cantiere proseguono a pieno ritmo: due palazzine sono state quasi ultimate, e si sta costruendo adesso la terza, quella proprio adiacente al tratto di strada crollato, della quale sono stati quasi realizzati un paio di piani